Bologna in Lettere 2023 – Segnalati sez. C: Andreina Trusgnach
Come giuria della sezione C (poesie inedite) di Bologna in Lettere 2023 abbiamo anche il compito di stendere le motivazioni dei premi (o delle segnalazioni, come in questo caso). Pubblico anche qui, insieme ai testi, quelle di cui sono autore. – 1 Andreina Trusgnach
Non sono infrequenti in questa sede poeti di lingua slovena o che nello sloveno trovano una ulteriore e accogliente casa poetica (ricordo ad esempio Antonella Bukovaz, un’altra friulana segnalata lo scorso anno). Un rapporto non minoritario con l’italiano letterario nel quale la poesia non viene meramente “tradotta” ma trova una feconda corrispondenza, una rilettura. Quella che Andreina Trusgnach, da Cividale del Friuli, ci presenta nella terna segnalata qui a Bologna è una poesia che potremmo definire senza tanti giri di parole anticontemporanea, proprio nel suo riferirsi ad un canone italiano novecentesco anche illustre, con i suoi consolidati modi e stili, soprattutto su un registro assolutamente lirico. Trusgnach se ne appropria con una certa decisione, lo introietta, dà l’impressione di avere fede che lo stile e l’idea stessa di poesia coincidano, non possano che essere “naturalmente” così, non esposti all’usura dei tempi o alle mode. Questo anche in ragione di un preciso orizzonte poetico, quello di uno sguardo intimo sulle cose, di un pensiero contemplativo attivato da semplici simboli, per lo più oggetti, foglie, fiori, il vento, che fanno da specchio all’autore, non possono che essere connotati malinconicamente, illuminati da una luce a volte grigia, a volte accesa da una mite fiducia che “la vita va comunque avanti”. Qui temi e stile coincidono in maniera indefettibile, leggendo si immagina un paesaggio forse montano, un tempo rallentato e senza scosse, giornate forse irrisolte e il linguaggio coerentemente vi si sovrappone, per selezione e combinazione, per assunti e costruzioni lineari e limpide. Trusgnach testimonia, in un certo senso, che non c’è necessità di contrastare, con la lingua o la forma o la ricerca, questa lieve energia poetica che giustifica i suoi versi, dà loro uno spazio in una corrente della poesia nostrana che non ha nessuna intenzione di arrendersi. (g. cerrai)
Kar prenaša vietar
Od parpartega okna
je vstopnilo suhuo pero
uteklo vietru
ki nan je parnesu silo
za moje jutranje oči
ščejen matiej
ki gleda adno strieho
Gledan čez glaž
ka mi namienja
še
življenje
pa so cajti
od ajarja za daž
an od trave
nanucne
posiečene uoz nje cajta
So cajti
od vietra
ki mi stopne
med nohate
Ciò che il vento trasporta
Dalla finestra socchiusa
è entrata una foglia secca
fuggita al vento
che ci ha portato il temporale
ai miei occhi del mattino
farfalla stanca
in cerca di riparo
Guardo oltre il vetro
cosa mi riserva
ancora
la vita
ma sono tempi
di aria di pioggia
e di erba
inutile
tagliata fuori stagione
Sono tempi
di vento
che mi entra
fra le unghie
Hvaležnost
Če mislen na kar
za de je bluo moc jih sniest
smo potukoval nezdriele brieskve
tu lanto od okna
zastopen
morebit samuo sada pru zaries
dost sile je bluo
za pokušat življenje
an sada
ki šele okorno
uživan muoj zadnji cajt
se posmihan
hvaležna
za vse kar tekrat niesan imiela
Gratitudine
Se penso a quando
per poterle mangiare
sbattevamo le pesche troppo acerbe
nello stipite della finestra
capisco
forse solo ora per davvero
quanta fretta c’era
di assaggiare la vita
e adesso
che ancora maldestra
assaporo il mio ultimo tempo
sorrido
grata
per quello che allora non ho avuto
Ujske
Od previc cajta
an od usakega kantona
se guori od ujske
tiste strupenerije ki naš te stari
nieso tiel ankul
ne zmišljat ne imenuvat
pa življenje gre usedno napri
med dišečim violicami
an pošuki v pokrive
takuo
grede ki se le daržmo zamierni
an cjefamo besiede
med nan
(zauoj šleutarij)
na zidu dole na cjest
so obiesli
drug martvaški napis
Guerre
Da troppo tempo
e da ogni angolo
si parla di guerra
quella cattiveria che i nostri vecchi
non volevano mai
né ricordare né nominare
ma la vita va comunque avanti
fra profumate violette
e scivoloni nelle ortiche
così
mentre continuiamo a ritenerci offesi
e soffochiamo le parole
fra di noi
(per delle stupidaggini)
sul muro giù in strada
hanno appeso
un altro necrologio
(le trascrizioni in italiano sono dell’Autrice)
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