Non vogliono morire questi canneti di Andrea Galgano (Capire Edizioni, 2019)
Le poesie di Andrea Galgano sono tappe di vita e fanno parte esse stesse di un sentiero organico vivente che consente al lettore di addentrarsi in luoghi e circostanze terrestri vorticando nella generosa e imprevista quotidianità naturale. Gli spazi materiali che abitiamo parlano di noi, di ogni essere umano ed è sorprendente quanto sia forte il rapporto che le persone hanno con la società e le cose. I territori, infatti, hanno il compito di incanalare l’energia psichica delle proprie creature verso finalità che danno senso alla vita plasmando, a volte, l’identità di chi le usa. In essi si annidano le esperienze umane, i dolori, i ricordi. Le pagine della raccolta poetica Non vogliono morire questi canneti suggestionano l’animo di chi legge, perché capaci di unire in profondità l’immagine al pensiero. Una testimonianza sacra che, attraverso un linguaggio autentico e raffinato, parte dal basso, dai vicoli, dalla terra più abbandonata e/o da luoghi evoluti e conosciuti, fino a raggiungere verticalmente il sublime del creato. Una dichiarazione poetica di resistenza, dunque, grazie al rinnovamento interiore dell’uomo e alla forte relazione con la storia e con la memoria del mondo. (rita pacilio)
Via Lilio
Il saluto delle risaie
rischiara folate albine
ho cercato l’incavo dei palmi
la pietra ai vicoli delle ginestre
la stella delle tarsie
era loggia di congedo
ai bordi delle case
quando mi hai toccato
con odori di ombra
abbiamo tenuto
il velluto che piuma sulle sedie,
l’uscio sulle soglie
agli ulivi
Orizzonti, luce sarta sui poggi
quando la mezzanotte
è aria prima del tuono
Dovevamo incontrarci
per destinarci l’assalto
del sangue e il riso
tra le aiuole
e conoscere i diamanti tra le crepe
tra le nostre mani
il delta dell’alba.
***
Fiumicello
La luna delle Perseidi
fino all’odore arancio dell’Ogliastro
disparisce le posidonie del portone-vento
contro il suono delle torri
un porticato di tramonti
avrà la sera sparendo
screpolammo le acque
sulla strada delle case leggere
e rubando gli steli alle battigie
il velo remoto dell’estate
è il lembo
delle fiamme di Venere
la nostra deriva riarsa
trema.
***
Marsiglia
Le discese tulipano
sono bandiere controsole
e traghetti di mirto
sul solstizio
terra scarlatta e tiepida
dei vicoli-finestre
che sfiora i panni stesi
e l’incarnato cobalto d’If
inoltrarsi
nelle breccia delle marine
assonnate
nel porto artiglio
essere piaga azzurra
e donna di occhi verdi
il volo contro terra
di acqua polvere cade
nelle case avorio
il falò degli occhi
allinea l’oro rosso delle barche
come sera disfatta
Marsiglia
odore profondo deviato
l’astro lavanda riposa
nella sete di una valigia.
Andrea Galgano (1981), poeta, scrittore e critico letterario, è nato e cresciuto a Potenza. Collabora con il periodico online “Città del Monte” e per le pagine culturali del quotidiano «Roma – Cronache lucane». È docente di Letteratura presso la Scuola di Psicoterapia Erich Fromm di Prato-Padova e fondatore e direttore responsabile di “Frontiera_di_pagine_ magazine_on_line”. Ha scritto i libri di poesie Argini (Lepisma, 2012) e Downtown (Aracne, 2015), per Aracne i saggi Mosaico (2013), Di là delle siepi. Leopardi e Pascoli tra memoria e nido (2014), Lo splendore inquieto (2018), e con Irene Battaglini i due volumi Frontiera di Pagine (2013, 2017) e Radici di fiume (Polo Psicodinamiche, 2013).
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