Archivi categoria: arti visive

Essere umane, le grandi fotografe raccontano il mondo – nota di Elisa Castagnoli

eve arnold - harlem“Essere umane, le grandi fotografe raccontano il mondo”

 

Dagli anni trenta del novecento ad oggi un nuovo sguardo al femminile inizia a emergere e imporsi sulla scena della fotografia moderna restituendo nel rispecchiamento di sé le trasformazioni culturali e sociali di un’epoca. Tale, il filo conduttore della mostra attualmente in corso ai Musei San Domenico di Forlì “Essere Umane” curata da Walter Guadagnini. Il percorso ci conduce cronologicamente attraverso un viaggio per immagini dalla prima parte del secolo scorso ad oggi, dalle figure leggendarie della grande fotografia americana alle artiste che hanno segnato l’emergenza di una nuova coscienza femminista negli anni ’70 e ‘80 in Italia e altrove; si dà, infine, voce alle identità emergenti dalle culture extra-occidentali del XXI secolo.

Una moltitudine di sguardi di donne artiste si susseguono in questo racconto per immagini dagli stili diversissimi dove dominante resta, tuttavia, il reportage sociale agli inizi del novecento, la rivalsa femminile degli anni ‘80 e, sempre più all’inizio del XXI secolo, le voci dell’alterità, della differenza in senso lato_ personale e politica_ che oltre agli stereotipi danno spazio all’ espressione e alla libertà individuale. Le più di trecento fotografie in mostra si pongono come indagine nuda, in presa diretta sulla società di ieri e di oggi, ma, anche, aprono spazi di narrazione individuale e poetica per raccontare storie, le proprie, catturando scorci di vita intima attraverso le immagini. Continua a leggere

da Nihil: 1

Pubblico raramente, su questo blog, qualcosa di mio. In questo caso è l’inizio di qualcosa. Inizio che è avvenuto anni fa. Qualcosa di cui non è facile dire con esattezza di che cosa si tratti. Prima c’è (c’è stato) il testo, poi questo video che, tutto sommato, è ancora testo, sebbene sia  corredato da immagini e voce. Nihil è una persona ma non un personaggio. È semmai un esemplare di un lenta ma inesorabile mutazione antropologica. E il testo è il testo, nel senso che solo le parole hanno il diritto di rinfacciare qualcosa a qualcuno. (g.c.)

 

 

“Uno, nessuno e centomila volti”, Dante Plus 700 a Ravenna, nota di Elisa Castagnoli

“Uno, nessuno e centomila volti”, Dante Plus 700 a Ravenna

 

Ritratto, autoritratto, cento cinquanta volti per rispecchiare il mondo, per vederlo e vedersi in una infinità di versioni differenti partendo dal ritratto del grande poeta Dante, l’eredità fondante della nostra tradizione letteraria; tale lo spirito che anima gli artisti contemporanei esposti a Ravenna nel chiostro della biblioteca Oriani per la mostra “Dante Plus 700” in occasione del settimo centenario della sua scomparsa. L’originalità delle innumerevoli varianti sul ritratto originale del 1300 pone da subito la questione del come leggere il passato alla luce del contemporaneo, di ciò che siamo noi oggi con le nostre modalità comunicative: una civiltà mediatica, globale, dominata dalla tecnologia e convertita al digitale. Ne scaturiscono ritratti ispirati alla cultura pop, al fumetto o alla street art ma anche l’utilizzo della realtà aumentata per quadri che si animano con le nuove tecnologie della rilevazione in 3D. Nella molteplicità di versioni che si susseguono sui muri del chiostro o nel giardino esterno compare una galleria di volti che danno spazio alla fantasia e alla più grande versatilità degli artisti contemporanei. Continua a leggere

Richard Mosse – Displaced, mostra al MAST – nota di Elisa Castagnoli

richard-mosse-Of-Lilies-and-Remains-CongoRichard Mosse “Displaced” (al MAST di Bologna)

 

Storie di spostamenti di massa dovuti a migrazioni e conflitti etnici nel mondo, fotografie di trasmutazioni di luoghi sulla terra dovute ai cambiamenti climatici irreversibili di oggi; tali eventi dell’attualità contemporanea si trovano al centro del lavoro di Richard Mosse raccontati attraverso la fotografia di grande formato e la video-installazione esposte in questi giorni al Mast di Bologna. In mostra la retrospettiva del fotografo irlandese presenta un’ampia selezione di opere che sovvertendo le convenzioni della fotografia documentaria o del reportage si contaminano con l’ arte contemporanea per creare immagini di straordinaria bellezza capaci di suscitare una riflessione etica sui temi scottanti ei nodi irrisolti della nostra contemporaneità.

Come egli afferma a proposito delle proprie scelte fotografiche. “la bellezza è il più affilato strumento. Penso che l’estetica possa essere utilizzata per risvegliare i sensi piuttosto che per metterli a tacere, così noi abbiamo un imperativo morale come narratori e fotografi di trasmettere queste storie complesse per rendere le persone consapevoli. Cambiamenti impercettibili accadono nelle coscienze degli individui attraverso l’arte, la scrittura, la letteratura , un altro tipo di trasformazione”. Raccontare un evento contemporaneo, o ancora di più una tragedia del presente implica per Mosse la necessità sollevare un problema etico, dunque di risvegliare un atto di pensiero in chi guarda soprattutto passando attraverso la bellezza dell’immagine, la creazione di qualcosa che in ogni caso deve toccare, sommuovere o scuotere lo spettatore dalla miriade di input visivi che gli passano accanto con noncuranza al quotidiano. In questo senso l’uso della tecnologia, vale a dire il mezzo scelto per produrre un certo lavoro fotografico o documentario resta il suo punto di partenza alla ricerca visiva- vale a dire in che modo raccontare un certo soggetto urgente quanto al centro dell’attualità lasciando parlare il mezzo espressivo stesso. Continua a leggere

Thomas Torelli – Un altro mondo, nota di Elisa Castagnoli

“Un altro mondo possibile” (dal docu-film di Torelli alla svolta post-covid)

Un altro mondo, è quello cui aspiriamo nell’impasse delle nostre vite attuali compresse nella propria libertà individuale dall’epidemia Covid in corso. Ancora, “un altro mondo” è evocato nel documentario di Thomas Torelli ritrasmesso in questo periodo su diversi canali online in un paese relegato una volta di più alla chiusura a tutti i livelli della “zona rossa”. “Un altro mondo” sarebbe allora l’immagine tacitamente invocata da molti dell’ azzerare il meccanismo e ripartire , rimettere tutto in circolo ma con un intento comune rinnovato mentre portiamo addosso, ancora, l’oppressione della malattia, la morte dei molti intorno a noi e viviamo l’inesausto senso di frustrazione di un virus che continua a infiltrarsi al quotidiano senza poterlo estirpare. Sarebbe      “ un altro mondo”, forse, la svolta necessaria oggi, rispetto a questa società post-industriale di continuo progresso tecnologico dominata da un materialismo distruttivo e alienante per l’essere umano.

Voci di scienziati, filosofi, fisici e sciamani si alternano premonitori in questo video girato nel 2014 (prima dell’avvento del Covid) mettendo in discussione la visione attuale del mondo per farci riscoprire sistemi e valori delle società antiche come i nativi d’America o le popolazioni aborigene. Allo stesso modo, alcuni principi della fisica quantistica divulgati da noti ricercatori spiegano la materia del cosmo come intelligente, vivente e in connessione con ogni singola particella nell’universo riallacciandosi in qualche modo alla saggezza degli antichi. Se la separatezza come lo studio di unità discrete contraddistingue il pensiero scientifico moderno, la teoria quantistica della correlazione di ogni singolo atomo dell’universo come totalità_ “una fisica di relazioni che si trasmettono attraverso un insieme di frequenze”_ può modificare la visione attuale dell’uomo producendo in lui una coscienza critica sul presente.

“ Tutto è energia e questo è quello che esiste. Sintonizzati alla frequenza della realtà che desideri e non potrai fare a meno di ottenere quella realtà. Non c’è altra via. Questa non è filosofia. Questa è fisica” ( A. Einstein)

Vasti altopiani del Messico: cieli tersi, di un blu limpido seppur attraversato da striature di nuvole biancastre. Dall’alto si vedono le distese sconfinate delle catene montuose rossicce e aride, i loro massi millenari plasmati e scolpiti dal passaggio del tempo, nello spazio aperto di un orizzonte che si perde illimitato oltre il nostro sguardo. Si ode il gracchiare di uccelli attraverso la piana silenziosa, poi il canto di uno sciamano a distanza e il battito dei tamburi. Egli afferma: “ la natura non ci appartiene ma ci è solo donata, non porteremo nulla con noi ma possiamo gioire di quello che è qui e ora”. Nei bambini il “qui e ora” è l’eterno presente del gioco, il continuum del gioire incondizionato a cui non si sovrappone l’aspettativa o l’ansia del futuro né il peso o il rimpianto del passato. Ed è solo in questo presente vissuto ogni istante pienamente e in profonda connessione con sé stessi, afferma ancora la voce fuori campo nel video, che potremmo dischiudere il potenziale per un cambiamento, le basi per un futuro differente”. Continua a leggere