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Angelo Lumelli – Trattatello incostante

angelo lumelliSi torna a parlare di Angelo Lumelli, almeno in una cerchia un po’ più ampia dei soliti avvertiti, per via dell’uscita nel 2020, presso le Edizioni del verri, del volume Le poesie che raccoglie tutta la produzione poetica dell’autore, e degli articoli più recentemente usciti sull’argomento, come ad esempio quello di  Marina Massenz su Nazione Indiana. Per quanto mi riguarda avevo già incontrato la poesia la poesia di Lumelli negli anni ’80, come scrivo in questo post del 2010 ospitato nel vecchio sito di “Imperfetta Ellisse”. Pur essendo un po’ datato, almeno in termini di bibliografia (rimando per maggiori e più dettagliate informazioni a AngeloLumelli.net | Sito Ufficiale), lo ripropongo qui perché contiene almeno una curiosità che non credo reperibile nel libro uscito nel 2020 (non l’ho ancora visto). (g.c.)


Angelo Lumelli è nato nel 1944 a Momperone (Alessandria) «nel basso Piemonte, tra colline un po’ recluse» dove è ritornato dopo aver vissuto a Milano. E’ un poeta schivo che, come di lui ha detto Giancarlo Majorino, ha i «piedi in terra» e la «testa in fiamme». Cosa bella cosa, (Guanda 1977); Trattatelo incostante, (Savelli 1980); Bambina teoria, (Corpo 10 1990), sono le sue raccolte più significative. Lumelli ha anche pubblicato un libro di narrativa, Un Pieno di Super (Novirom 2005). Tra le sue traduzioni ricordiamo gli Inni alla notte di Novalis per Guanda nel 1977. Nel 2008 è uscito Per non essere l’acqua che amo, La Vita Felice.

Il poemetto qui presente è tratto dall’omonimo libro “Trattatello incostante” – Savelli 1980, collana “Poesia e realtà” a cura di Giancarlo Majorino e Roberto Roversi, oggi credo introvabile. In fondo al libro segue il “dibattito“, idea che oggi fa forse sorridere almeno i più anziani perchè rimanda a un periodo infervorato e caotico e ricorda i primi film di Nanni Moretti, ma che forse tornerebbe utile riproporre al posto delle solite postfazioni. Ne trascrivo  in calce le prime battute, utili per capire il Lumelli di allora e anche per farsi un’idea del clima dell’epoca. (continua a leggere QUI)