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Anna Maria Curci – Nei giorni per versi, nota di Rita Pacilio

Nei giorni per versi di Anna Maria Curci – Arcipelago Itaca Edizioni, 2019anna maria curci - nei giorni per versi

Le quartine in endecasillabo di Nei giorni per versi di Anna Maria Curci tracciano una mappa poetica che indaga meticolosamente la parola per aprire strade al lettore – oserei dire, voragini – nella conoscenza e nell’inconoscibile. Ciò accade sapientemente sfrondando le interpretazioni dei segni superflui che oscurerebbero la direzione verso la verifica dell’animo umano e si compie con estrema lucida sintesi per afferrarne la sostanza. Figlia adulta della Poesia, l’autrice, mette le mani nella sua coscienza pensante (nell’introduzione ci parla di un percorso intimo, un diario dal 2013 al 2019), in un lasso temporale in cui l’illuminazione del senso riconosce alla memoria la verità fragile degli accadimenti esistenziali (… mutevole com’ero e come sono). Il ritmo metrico delle centosettantatré poesie diventa l’espressione limpida di ogni cosa a cui viene assegnato un posto agibile, un nome alternativo, uno sguardo garbato, un luogo di esecuzione devoto all’arrivo e alla partenza dell’esistente: Un file sbagliato annesso ad un messaggio/mi porta indietro all’epoca glaciale./Indietro o avanti? Mentre righe scrollo/m’avvedo: pozza immota è quello spazio. Il segreto delle parole forgiano la struttura linguistica custodendo l’ideale del reale e i fondamenti invisibili. Le chiuse sono tuoni che risuonano la necessità di una condizione umana non riscattata (… la bottega di sogni a cielo aperto), una dimora esistenziale mai definitiva (… saprai che la tua casa non è il mondo), il rovesciamento feroce e universale di un’attesa (… è l’allarme perpetuo e ignorato). (rita pacilio)

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