Non vogliono morire questi canneti di Andrea Galgano (Capire Edizioni, 2019)
Le poesie di Andrea Galgano sono tappe di vita e fanno parte esse stesse di un sentiero organico vivente che consente al lettore di addentrarsi in luoghi e circostanze terrestri vorticando nella generosa e imprevista quotidianità naturale. Gli spazi materiali che abitiamo parlano di noi, di ogni essere umano ed è sorprendente quanto sia forte il rapporto che le persone hanno con la società e le cose. I territori, infatti, hanno il compito di incanalare l’energia psichica delle proprie creature verso finalità che danno senso alla vita plasmando, a volte, l’identità di chi le usa. In essi si annidano le esperienze umane, i dolori, i ricordi. Le pagine della raccolta poetica Non vogliono morire questi canneti suggestionano l’animo di chi legge, perché capaci di unire in profondità l’immagine al pensiero. Una testimonianza sacra che, attraverso un linguaggio autentico e raffinato, parte dal basso, dai vicoli, dalla terra più abbandonata e/o da luoghi evoluti e conosciuti, fino a raggiungere verticalmente il sublime del creato. Una dichiarazione poetica di resistenza, dunque, grazie al rinnovamento interiore dell’uomo e alla forte relazione con la storia e con la memoria del mondo. (rita pacilio)