Archivi tag: ferrara

Augusto Daolio – Il respiro della natura, nota di Elisa Castagnoli

DAOLIO, “Il respiro della natura”, Palazzina D’Este, Ferrara

.

“Spaesati paesaggi disegnati da spaesata memoria, memoria che strappa, cuce, risveglia, rilegge, reinventa, ripresenta, scava e allinea cose, persone, alberi, rocce, pietre, cieli, erba, attimi miei e

degli uomini.”

.

E’ un mondo onirico, magico, fortemente evocativo e simbolico, certamente di suggestione surrealista quello si rivela e prende forma nelle opere dell’artista poliedrico Augusto Daolio, compositore e fondatore della band I Nomadi, nonché eccellente disegnatore e pittore contemporaneo; i suoi dipinti e disegni dell’ultimo periodo perlopiù olii e chine colorate_ realizzate tra il 1973 e il 1992 sono attualmente esposti nella mostra ferrarese a lui dedicata a Palazzina Marfisa D’Este. “ll respiro della natura”, dal titolo della retrospettiva, è per l’artista emiliano il respiro di ogni forma vivente, dagli alberi alle rocce, dalle pietre all’erba che germoglia, dal respiro dell’uomo a quello di ogni essere animato o cosa della natura soggetta a metamorfosi in quanto viva e per questo fonte di visione creativa. Così, nei suoi disegni il corpo dell’uomo si ricongiunge a quello degli alberi, una rigogliosa natura germoglia sulla testa degli umani e inusuali connubi, ibridazioni e innesti accadono con grande naturalezza dalle pietre ai corpi, dagli astri ai volti, infine dagli alberi alle figure umane. Il tutto perseguendo una forma di bellezza estetica, nell’insondabile mistero che il cosmo porta in sé e che come tale vuole essere messo in luce dall’artista Daolio.

. Continua a leggere

Ligabue, una vita da artista – nota di Elisa Castagnoli sulla mostra di Ferrara

antonio ligabueLigabue, una vita da artista” (mostra a Ferrara a Palazzo dei Diamanti)

“Ligabue, una vita d’artista” titola la retrospettiva attualmente in corso a Palazzo dei Diamanti a Ferrara dedicata alla figura di questo pittore singolare e unico nel panorama dell’arte italiana del 900. Un’esistenza difficile dominata da marginalità, solitudine e malattia ma, tanto più profondamente immersa e trasmutata nell’espressione istintiva della sua arte, unica via di riscatto. Tale appare nella mostra ferrarese il connubio quasi inscindibile tra l’opera pittorica e vitale, a tratti selvaggia dell’artista e il mondo intimo, personale, spesso relegato alla reclusione dell’uomo Ligabue. Agli antipodi di ogni avanguardia e astrazione artistica del primo novecento Ligabue incarna in maniera propria e originalissima con la sua arte la forza della natura, l’impeto o la foga del vivente, di cui i soggetti più ricorrenti restano il volto nell’auto-ritratto ma, soprattutto, gli animali selvaggi o domestici che siano. Dunque, il suo lavoro si posiziona al di fuori di tutti i movimenti artistici del primo novecento, perlopiù anti-figurativi, dominati da un diffuso nichilismo esistenziale. Resta impresso come il marchio singolare di un artista solitario, marginale, in parte compromesso da una malattia psichica contro la quale l’arte emerge come unico spazio di libertà e di catarsi. Continua a leggere

Banksy – A proposito di muri e di pace, nota di Elisa Castagnoli

Banksy, Lab-ratBanksy…A proposito di muri e di pace (mostra a Palazzo dei Diamanti, Ferrara)

“I muri sono sempre stati i luoghi migliori dove pubblicare i lavori. Contrariamente a quanto si va dicendo non è vero che i graffiti siano la più infima forma d’arte…in verità è una delle forme più oneste che ci siano. Non c’è elitarismo ne ostentazione, si espone sui migliori muri che la città abbia da offrire e nessuno è dissuaso dal costo del biglietto.”

Più di cento opere e oggetti originali ci conducono attraverso la mostra ferrarese a Palazzo dei Diamanti del noto quanto discusso street artist britannico Banksy la cui identità resta tuttora avvolta nel mistero. Dipinti a mano, stencil e serigrafie simili ad affreschi popolari investono i muri del museo con questioni fondamentali della nostra società al centro della sua poetica, in primo luogo la critica stringente alle derive del capitalismo occidentale, la guerra, le manipolazioni mediatiche, infine, il controllo sociale contro la libertà individuale. L’insieme della sua opera diviene asserzione originale di una voce discordante, ironica e dalla risonanza profondamente etica. La sua è un’arte nata nelle strade di Bristol e di Londra fatta di incursioni solitarie nella notte, pareti rubate agli spazi colonizzati della citta, luoghi pubblici investiti di graffiti, spray o acrilico al crocevia tra pop art, cultura hip-hop e quella digitale d’oggi. L’artista sceglie di restare senza volto o meglio la sua identità emerge unicamente attraverso il comparire repentino e ironico di un alfabeto visivo inconfondibile in immagini o tag sui muri e gli edifici in giro per le città del mondo. Come per non smettere di ricordarci il ruolo di un’arte autentica che elude la legge del mercato e si vuole libera, portatrice di una propria critica sociale, investita di un senso collettivo e globale insieme. Non elitaria ma che si espone, con gratuità allo sguardo di tutti.

“Se vuoi dire qualcosa e avere persone che ti ascoltano allora devi indossare una maschera. Se vuoi essere onesto devi vivere in una bugia.” Continua a leggere