Katia Sassoni – Canzoni sotto la cattedra, nota di Sandra Palombo

Katia Sassoni - Canzoni sotto la cattedra.Ospito con piacere una “impressione di lettura” di Sandra Palombo, amica fin dai primi anni 2000, poetessa presente sul blog in diverse occasioni (v. QUI), nata a Livorno ma elbana di Portoferraio da sempre, storica di formazione con particolare interesse per il periodo isolano di Napoleone Bonaparte.

Impressioni di lettura: Katia Sassoni – Canzoni sotto la cattedra.

.Una soffusa malinconia è base musicale sulla quale risaltano poesie alla ricerca di sé, tra introspezione e vissuto, in Canzoni sotto la cattedra di Katia Sassoni edito da Giuliano Ladolfi editore, 2022.

Una malinconia che non stucca, sottofondo di versi che cantano la storia di ogni donna nelle stagioni della vita.

Come non riconoscersi nello sguardo retrospettivo di Che cosa resterà di noi?

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Che cosa resterà del nostro giardino

che ogni sera d’estate ci aspettava

con i suoi alberi e le sue pietre?

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Quando l’acqua del fiume

si fermerà

e i canti degli uccelli

cesseranno

e le lucciole non illumineranno

il nostro cammino?

.

Taceranno le nostre canzoni

urlate a squarciagola.

Ricorderemo le nostre corse in bicicletta

tra i sassi e le ginestre?

.

Avremo memoria dei giorni,

delle risate, dei pianti, delle litigate,

delle lune piene?

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Chi più rievocherà l’aria fresca e leggera

che rinfrescava i nostri visi sudati?

Chi si incontrerà sul muretto

a parlare di morte e d’amore,

di donne e dolore?

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Chi si dirà “ Ciao a domani.”

e chi andrà a dormire in punta di piedi

con la luce spenta?

.

Chi penserà che in quei luoghi

anche noi abbiamo vissuto

sperato e sognato

sdraiati sull’erba e con le formiche

tra i capelli?

.

Chi saprà che avevo solo voi

con cui uscire, con cui parlare,

con cui ridere, con cui piangere?

.

Dove riposeranno le nostre utopie

le nostre illusioni

e il nostro mondo pulito e innocente?

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Quando saremo impiegati,

maestri, borghesi perbene,

e d’estate porteremo al mare i bambini

partendo con valigie, secchielli,

palette e salvagenti:

che cosa resterà allora

delle nostre grida, della nostra sincerità

e della nostra amicizia?

.

Nulla resterà

di noi

affogheremo nella mediocrità

e nell’indifferenza

che ci risucchierà

dalle radici alle foglie

e il mondo aspetterà ancora

e sarà rimasto uguale.

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Ma il tempo è passato e in Amico tempo Katia Sassoni lo sottolinea con questi versi “Sei mio nemico,/ adesso,/ quando mancano le ore/ per leggere, per capire/ per chiedere perdono /per avere ancora la speranza / di vivere secondo il giusto tempo”.

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E nel tempo dell’autrice al centro c’è l’amore nelle sue molteplici espressioni:

in Poemetto in ricordo di un amore( Soffio/ in un soffio/ sfumò il nostro stare/(insieme-non fummo più…..) in A una bimba, A mio padre, Atterraggio, Partenze, A un bambino cresciuto, Guendalina e nella bellissima poesia Forse era agosto (Bologna, stazione Centrale, 2 agosto 1980) dove ricorda l’immagine di una famiglia incontrata in stazione a Bologna, pochi minuti prima della bomba che provocò una strage, prima di salire sul treno che la portò nel luogo di vacanza a scrivere: Non so se presero il treno per tempo,/prima di quel momento/scolpito nella pietra bianca/ Se il bimbo è cresciuto/ io mai lo saprò/.

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Amore e tempo, tenerezza e malinconia, vita quotidiana, ma anche ironia in queste righe tratte da I maestri non s’innamorano: …. Invidiai i tuoi studenti/e mi iscrissi ad un corso/ di storia antica./Mi sentivo amata dal mio maestro/ Purtroppo non eri tu. e da Fuga di Natale:Rientrai con le scarpe in mano/ a mezzanotte/ sfuggendo per un pelo ad un sacco di botte/ mio padre si era già addormentato merito del vin brulé /assai apprezzato.

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Nonostante i dolori e le difficoltà del cammino, in questa raccolta leggo anche la gioia di vivere, in vari testi e nelle tre poesie di Silloge al Vino : Dono, Ieratico. Rito, Brindisi

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Infine un accenno agli Haiku di Castelluccio.

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Non conosco Katia Sassoni, conosco però il luogo dove li ha scritti un piccolo paese dell’Appennino tosco-emiliano, dove ho trascorso, così come all’isola del Giglio, le vacanze più felici della mia infanzia e allora la catena d’arte, di poesia e di affetti con cui Maria Gioia Tavoni termina la nota introduttiva si allunga di un altro anello.

Maria Gioia Tavoni, Professoressa con la quale mi sono laureata in biblioteconomia all’Università di Pisa, ora carissima amica, mi ha fatto inviare da Katia Sassoni la sua raccolta di poesie e mi ha regalato la lettura di questi haiku scritti in un borgo che rimarrà sempre dentro di me:

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Il chiasso dei bambini

e quello dei grandi

qui si è fermato.

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La catena dell’amore per i libri e l’arte tra noi donne continua.

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(Sandra Palombo)

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